martedì 5 agosto 2014

La guerra nella striscia di Gaza


Lo sbaglio della guerra
 
Parto col presupposto che chiunque provi a dare la propria opinione su una guerra essa dovrebbe potersi riassumere con l'aggettivo "sbaglio". Secondo me non è possibile fare un discorso bastato su quanto sia giusta una guerra proprio perché "giusta" non è accostabile a "guerra". Ecco perché mi sento in disaccordo con un soldato israeliano che recentemente ha dichiarato "[...] Mai c'è stata guerra più giusta di questa". Nessuna guerra è giusta. Nessuna. In una società civile e sviluppata quale quella umana i problemi dovrebbero essere risolti esclusivamente con la parola. La guerra è per deboli; per quelli che non sono capaci di vedere alcun compromesso. 


La storia del conflitto

La Striscia di Gaza, come si può vedere nell'immagine a destra, è un territorio palestinese confinante con Israele ed Egitto vicino alla città di Gaza. Territorio di fatto autonomo e autogovernato dal 2005. Ricopre circa 360 km² di superficie ed è popolata da più di 1.600.000 abitanti. La striscia di Gaza infatti è una delle zone con densità di popolazione più alta al mondo. Quest'area non è riconosciuta internazionalmente come stato sovrano ma è reclamata dai plaestinesi come parte del territorio della Palestina. Nel 1967 Israele ha occupato militarmente la Striscia di Gaza per 27 anni (fino al 1994). Nel 1994, secondo gli accordi di Oslo, gran parte della Striscia passò sotto il controllo palestinese. Tuttavia però, Israele mantenne il controllo di: spazio aereo, acque territoriali, accesso marittimo, ingresso degli stranieri, importazioni, esportazioni e sistema fiscale. Dal 1994 al 2007 la Striscia è stata per gran parte controllata dall'ANP (Autorità Nazionale Palestinese). Il 14 agosto 2005 da parte del governo israeliano ebbe inizio l'operazione "Mano tesa ai fratelli": lo scopo era quello dello sgombero pacifico degli israeliani insediatisi nella Striscia. Quindi Israele nel 2005 chiese una sorta di "pace occupazionale" senza però rinunciare al blocco. Dopo i vari tempi di sgombero, il 12 settembre 2005 il territorio passò nella maggior parte in mano palestinese. Nel 2006 alle elezioni parlamentari palestinesi vince Hamas, un'organizzazione politica, paramilitare e terrorista (secondo l'UE in accordo con USA e Australia). Hamas quindi, dopo la vittoria, assunse di fatto il governo della Striscia di Gaza. Poichè UE ed USA consideravano Hamas un'organizzazione terroristica, interruppero l'invio dei loro aiuti nei territori palestinesi. Nel 2007 Hamas, attraverso una campagna violenta, conquistò la sede militare dell'ANP e di fatto quindi ottenne il controllo di tutta la Striscia. Quindi iniziò una nuova fase del conflitto fra Israele e Palestina: gli israeliani si mobilitarono verso la Striscia mentre Hamas lanciava razzi Qassam e colpi di mortaio sulle città israeliane. Nel 2008 l'esercito palestinese invase l'area con carrarmati ed aerei. Di conseguenza Hamas chiese la tregua: lui avrebbe interrotto il lancio di razzi se gli israeliani avessero alleggerito il blocco aereo e navale. Accettarono e ci fu tregua ma dopo qualche mese entrambe le fazioni trasgredirono gli accordi e quindi si riprese con blocco e lancio di razzi. Dichiarando di voler ripristinare la sicurezza di Israele minacciato dai razzi di Hamas, il 27 dicembre 2008 gli israeliani hanno iniziato un'operazione di bombardamenti aerei mirati a colpire le postazioni di lancio dei razzi artigianali Qassam. Secondo fonti israeliane, i militanti di Hamas posizionavano tali postazioni nei pressi di scuole, abitazioni, ospedali, nonostante l'opposizione dei civili: uno scudo umano. Nonostante la dichiarata intenzione di colpire postazioni di lancio, sedi governative ed altri obiettivi militari, il numero di vittime fra i civili palestinesi è stato alto, anche per via dell'assenza di adeguati rifugi per la popolazione della Striscia e per l'elevata densità di popolazione della stessa. Secondo le stime del ministero della salute palestinese, riprese dall'ONU, gli attacchi avrebbero causato la morte di 1.380 palestinesi (la maggior parte dei quali civili, di cui circa 400 minori di 14 anni) e il ferimento di 5.380.


I tunnel e gli attacchi israeliani

L'intenzione, almeno a detta loro, degli israeliani è quella di colpire le postazioni di lancio dei razzi Qassam. Di recente i palestinesi hanno scavato dei tunnel sotterranei che permettono il passaggio di rifornimenti dall'egitto senza essere esposti all'attacco israeliano. Attraverso questi tunnel passano ovviamente armamenti a pro palestinese. Israele ha quindi deciso che, per proteggere i propri cittadini, attaccherà i tunnel palestinesi. Il problema è che in quei tunnel non passano solo armi, ma anche medicine e viveri. Questo perché il blocco israeliano sta privando i civili palestinesi anche di cibo e medicinali.


La mia idea di soluzione al conflitto

Come abbiamo detto, visto che UE e USA considerano Hamas un'organizzazione terroristica, hanno deciso di interrompere gli aiuti ai palestinesi. Questo però non significa che non aiutino gli israeliani: le più grandi multinazionali sborsano una quantità inimmaginabile di soldi per fornire Israele di armi sempre più potenti e all'avanguardia. Questo porta alle conseguenze attuali: migliaia di vittime civili fra i palestinesi e poche decine di vittime militari fra gli israeliani. Ci sono molti movimenti che chiedono lo stop ai finanziamenti per Israele. Personalmente credo che questa non sia la scelta più giusta da fare. Ovviamente ora c'è disparità e la Palestina è praticamente l'unica che sta subendo ingenti perdite umane da questa guerra. Credo però che, nel caso le multinazionali smettessero di finanziare Israele, ci sarebbe un numero di vittime civili assai superiore da entrambe i lati. "Più giusto, no? Almeno sono alla pari." Io credo di no. Le guerre non finiscono quando l'ultimo civile di una delle due parti muore. Questa guerra, come tutte le guerre, finirà con un trattato di pace, un giorno. La mia idea di soluzione al conflitto quindi è che le multinazionali si impegnino a finanziare militarmente anche la Palestina per garantirgli la difesa della quale adesso godono gli israeliani. Credo che si dovrebbe investire nella difesa (e non nell'attacco) di entrabe le parti così da arrivare al fatidico giorno della pace assoluta con il minor numero di vittime civili possibili.